Si è fatto sinora un gran parlare di radiazioni ottiche artificiali (per gli amici: ROA) ma non ci dobbiamo certo dimenticare di quelle di origine naturale (si chiameranno RON?).
Lo spunto per ricordarcelo ce lo da il PAF – Portale Agenti Fisici che in una sua nota richiama l’attenzione sul tema. Sul sito del PAF troviamo numerosi elementi utili per comprendere il problema e adottare le misure di prevenzione e protezione necessarie. http://www.portaleagentifisici.it/fo_ro_naturali_index.php?&lg=IT
“Le più autorevoli organizzazioni internazionali (ICNIRP, ILO, WHO) e nazionali (Istituto Superiore si Sanità) preposte alla tutela della salute e della sicurezza e gli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale concordano nel considerare la radiazione ultravioletta solare un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori che lavorano all’aperto (lavoratori outdoor) elencati a titolo indicativo- nelle tabelle 1 e 2, da valutare e prevenire alla stregua di tutti gli altri rischi (chimici, fisici, biologici) presenti nell’ambiente di lavoro. In particolare per tali lavoratori sono da tempo individuate e caratterizzate molte patologie fotoindotte, i cui organi bersaglio sono pelle ed occhi. La principale patologia fotoindotta è senz’altro il cancro della pelle.”
Quindi, avvicinandosi la bella stagione, valutiamo anche questo aspetto e prepariamo occhiali, abbigliamento adeguato e … creme solari.
Per le ROA ricordiamo che siamo adeguatamente preparati ad effettuare le valutazioni in ambito industriale in diverse attività, tra le quali: saldatura, materiali metalli fusi, lampade IR e UV, sistemi di indagine non distruttiva, eccetera.