Valutazione del rischio cancerogeno per attività in laboratori di analisi di prodotti

QUESITO

Il caso che si presenta spesso è quello dei laboratori di analisi (industrie alimentari, biomedicali, farmaceutiche, ad esempio) in cui si usano necessariamente (essendo talvolta previsti da specifiche ed obbligatorie metodiche di analisi) piccole quantità di sostanze cancerogene, per lo più reagenti.

L’uso di questi prodotti è ovviamente effettuato da personale altamente qualificato, sotto cappa e con adeguati DPI, nonché in quantità estremamente limitata e non quotidianamente.

Di norma non sono presenti campionamenti ambientali né personali, che peraltro potrebbero verosimilmente portare ad un esito di “non rilevabilità”.

Abbiamo visto la vs. risposta del Maggio 2012 al tema “Agenti cancerogeni e tenuta del registro degli esposti”.

Chiediamo se alla luce delle modalità sopra operative indicate sia necessario:

– effettuare dei campionamenti

– attivare il registro degli esposti

oppure

– valutare il rischio come presente ma non significativo e quindi non attivare il registro, pur con la predisposizione di procedure operative sia per la condizione ordinaria (uso) sia per eventuali operazioni non ordinarie (es. rottura dei contenitori o spandimento e successiva bonifica).

 RISPOSTA AUSL

1) Fra le proprietà tossicologiche per cui si valuta il rischio da agenti chimici pericolosi per la salute di cui al Titolo IX Capo I D. Lgs. 81/08 non vi sono le proprietà cancerogene e/o mutagene di categoria 1 e 2 (o 1A o 1B secondo i criteri del Regolamento (CE) N.1272/2008 o CLP), le quali vengono considerate esclusivamente nell’ambito Titolo IX Capo II D. Lgs. 81/08.

2) Per l’esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni non è giuridicamente possibile individuare una soglia del rischio al di sotto della quale il rischio risulti irrilevante per la salute.

3) Per gli agenti cancerogeni e/o mutageni, quando si parla di valutazione del rischio in realtà ci si riferisce sempre ad una valutazione dell’esposizione e pertanto è indispensabile eseguire una misurazione dell’esposizione personale (inalatoria e/o cutanea) e/o un misurazione biologica (monitoraggio biologico in presenza di metaboliti o indicatori di effetto o agenti chimici misurabili in appropriato mezzo biologico).